Comunicare per essere®, la comunicazione valoriale che ti permette di manifestarti, di essere, di relazionarti, seguendo sempre i massimi valori che ispirano la tua vita. Un approccio dialogico, relazionale, generativo, applicato alla vita quotidiana, che accompagna e sostiene la tua evoluzione e la strada della massima espressione di te. Pensare bene per vivere bene. Agire bene per creare valore. Fare le scelte giuste, capire quali siano, impegnarti per raggiungerle. Come dare il meglio di ...
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PODCAST TUMORE E IMMUNOTERAPIA 4.0, SETTIMANA CONTRO HERPES ZOSTER, STRESS A MILANO SOTTOVALUTATO
Manage episode 402786545 series 3504186
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TUMORI, CON L’ IMMUNOTERAPIA 4.0 OPZIONI DI CURA PER L’ 80% DEI PAZIENTI
Dopo gli inibitori dei checkpoint immunitari, che disattivano i “freni” al sistema immunitario, le CAR-T e la recente introduzione in via sperimentale dei vaccini a mRNA, stiamo per entrare nell’era dell’Immunoterapia 4.0. Terapie cellulari contro il melanoma metastatico, ‘avatar’ di tumori al polmone e nuove combinazioni di farmaci per i tumori gastrici renderanno possibile l’immunoterapia di precisione, aumentando la percentuale di pazienti che rispondono alle terapie dall’attuale 50% all’80%. A raccogliere la sfida sono gli specialisti della Società Campana di Immunoterapia Oncologica, in occasione del meeting annuale di Napoli. “Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita esponenziale di ricerche innovative che hanno approfondito la comprensione dell’immuno-oncologia e permesso lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di sfruttare il sistema immunitario del paziente e prevenirne la fuga immunitaria – spiega Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale” di Napoli –. Abbiamo voluto dedicare questa giornata ad analizzare lo stato dell’arte e le prospettive future dell’immuno-oncologia, confrontandoci sui prossimi sviluppi e rinnovando la nostra alleanza con l'obiettivo di creare il primo Polo di Immunoncologia dell’area mediterranea”.
FUOCO DI SANT' ANTONIO. INDAGINE, I PROMOSSI E I BOCCIATI DELLA SHINGLES AWARENESS WEEK
Almeno 2 persone su dieci non sanno cosa sia il fuoco di Sant’Antonio e una su 2 dice di saperne poco. Eppure quasi 2 soggetti su 3 conoscono altri che ne hanno sofferto e il 12% l’ha addirittura avuto. L’eruzione cutanea dolorosa è il segno chiave per il 76% degli intervistati, per il 63% è anche pruriginosa. Il 38% parla genericamente di dolore ai nervi. Sulle età a rischio c’è confusione: il 41% colloca la comparsa del quadro soprattutto tra i 50 e i 70 anni, mentre il 40% pensa che lo Zoster possa insorgere ad ogni età. Il 7% pensa siano a rischio soprattutto gli over-70. Il vaccino viene considerato una valida modalità di prevenzione per il 62% degli intervistati, ma il 30% non ne conosce la disponibilità e per otto persone su cento il fuoco di sant’Antonio non è prevenibile. In ogni caso, con un’apparente dissonanza, il 76% degli intervistati pensa che vaccinarsi sia il modo migliore per prevenire il fuoco di Sant’Antonio. Sono alcune delle risposte alla ricerca online su 3500 adulti di età pari o superiore a 50 anni provenienti da 12 paesi, che ha valutato la comprensione degli intervistati sull’Herpes zoster, cosa può scatenarlo e il suo impatto sulla vita delle persone. Ciò che preoccupa è che nuovi dati suggeriscono che molti adulti a partire dai 50 anni fraintendono aspetti importanti della malattia, compreso il modo in cui può svilupparsi. GSK ha lanciato i risultati della nuova indagine, in occasione della Shingles Awareness Week, settimana internazionale di sensibilizzazione sull'Herpes zoster (26 febbraio 2024 - 3 marzo 2024), una campagna condotta in collaborazione con la Federazione Internazionale sull'Invecchiamento (IFA). L'obiettivo è di aumentare la consapevolezza e affrontare la mancanza di conoscenze sui rischi e sull'impatto dell'Herpes zoster.
MILANESI STRESSATI, MA SOLO 1 SU 10 VA DALLO PSICOLOGO
Stress, ansia e altre emozioni negative rappresentano la battaglia quotidiana di tanti milanesi, anche se spesso rinunciano a farsi aiutare da uno psicologo per via dei costi. Lo dice la nuova ricerca dell'Osservatorio sanità di UniSalute, che con la Nomisma ha interrogato i milanesi sulle questioni legate alla salute psicologica. Nell'anno appena trascorso, a Milano il 33% degli intervistati dichiara di aver faticato a mantenere il buon umore: uno su quattro (il 26%) dice di aver avuto molti alti e bassi e un altro 7% di essere stato prevalentemente giù di morale. Solo due su cinque affermano essere stati di buon umore la maggior parte del tempo (il 38%) o addirittura di umore eccellente (il 3%). Lo stress sembra essere lo stato d'animo negativo più diffuso, con il 36% dei milanesi interrogati che dice di sentirsi stressato "spesso" (il 30%), o addirittura "regolarmente, quasi ogni giorno" (il 6%). Altri sintomi comuni sono la sensazione di essere nervosi e tesi -percepita dal 31% dei milanesi- e uno stato di ansia eccessiva, che colpisce spesso o regolarmente il 25% del campione. Dal sondaggio emerge anche quali sono le cause di queste emozioni negative: lo stato di salute personale e dei propri cari risulta essere il principale motivo di preoccupazione (per il 27%), seguito dall'organizzazione familiare (per il 23%), dalla difficoltà a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro (per il 15%) e dalle incertezze legate alla propria situazione lavorativa (per il 13%). Per gestire i momenti difficili dal punto di vista emotivo e psicologico, le soluzioni "fai-da-te" -come i rimedi naturali o lo sport- sono le più utilizzate (24%), seguite dai consigli del farmacista (12%) e del medico di base (11%). Solo uno su dieci (10%) ha optato per il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, nonostante il 65% dei milanesi affermi che si rivolgerebbe a queste figure in caso di necessità, anche attraverso sedute da remoto e videoconsulti (il 22% preferirebbe questa modalità). UniSalute ha indagato le ragioni dietro a questo limitato ricorso a degli specialisti: molti intervistati pensano che il proprio caso non sia abbastanza serio (il 30%), o comunque preferiscono aspettare che il momento difficile passi da solo (il 28%).
Approfondimenti e altre notizie sono nel portale salutedomàni.com e Saluteh24.com, nelle pagine social collegate e nel canale gratuito di telegram: salutedomàni
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Dopo gli inibitori dei checkpoint immunitari, che disattivano i “freni” al sistema immunitario, le CAR-T e la recente introduzione in via sperimentale dei vaccini a mRNA, stiamo per entrare nell’era dell’Immunoterapia 4.0. Terapie cellulari contro il melanoma metastatico, ‘avatar’ di tumori al polmone e nuove combinazioni di farmaci per i tumori gastrici renderanno possibile l’immunoterapia di precisione, aumentando la percentuale di pazienti che rispondono alle terapie dall’attuale 50% all’80%. A raccogliere la sfida sono gli specialisti della Società Campana di Immunoterapia Oncologica, in occasione del meeting annuale di Napoli. “Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita esponenziale di ricerche innovative che hanno approfondito la comprensione dell’immuno-oncologia e permesso lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di sfruttare il sistema immunitario del paziente e prevenirne la fuga immunitaria – spiega Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale” di Napoli –. Abbiamo voluto dedicare questa giornata ad analizzare lo stato dell’arte e le prospettive future dell’immuno-oncologia, confrontandoci sui prossimi sviluppi e rinnovando la nostra alleanza con l'obiettivo di creare il primo Polo di Immunoncologia dell’area mediterranea”.
FUOCO DI SANT' ANTONIO. INDAGINE, I PROMOSSI E I BOCCIATI DELLA SHINGLES AWARENESS WEEK
Almeno 2 persone su dieci non sanno cosa sia il fuoco di Sant’Antonio e una su 2 dice di saperne poco. Eppure quasi 2 soggetti su 3 conoscono altri che ne hanno sofferto e il 12% l’ha addirittura avuto. L’eruzione cutanea dolorosa è il segno chiave per il 76% degli intervistati, per il 63% è anche pruriginosa. Il 38% parla genericamente di dolore ai nervi. Sulle età a rischio c’è confusione: il 41% colloca la comparsa del quadro soprattutto tra i 50 e i 70 anni, mentre il 40% pensa che lo Zoster possa insorgere ad ogni età. Il 7% pensa siano a rischio soprattutto gli over-70. Il vaccino viene considerato una valida modalità di prevenzione per il 62% degli intervistati, ma il 30% non ne conosce la disponibilità e per otto persone su cento il fuoco di sant’Antonio non è prevenibile. In ogni caso, con un’apparente dissonanza, il 76% degli intervistati pensa che vaccinarsi sia il modo migliore per prevenire il fuoco di Sant’Antonio. Sono alcune delle risposte alla ricerca online su 3500 adulti di età pari o superiore a 50 anni provenienti da 12 paesi, che ha valutato la comprensione degli intervistati sull’Herpes zoster, cosa può scatenarlo e il suo impatto sulla vita delle persone. Ciò che preoccupa è che nuovi dati suggeriscono che molti adulti a partire dai 50 anni fraintendono aspetti importanti della malattia, compreso il modo in cui può svilupparsi. GSK ha lanciato i risultati della nuova indagine, in occasione della Shingles Awareness Week, settimana internazionale di sensibilizzazione sull'Herpes zoster (26 febbraio 2024 - 3 marzo 2024), una campagna condotta in collaborazione con la Federazione Internazionale sull'Invecchiamento (IFA). L'obiettivo è di aumentare la consapevolezza e affrontare la mancanza di conoscenze sui rischi e sull'impatto dell'Herpes zoster.
MILANESI STRESSATI, MA SOLO 1 SU 10 VA DALLO PSICOLOGO
Stress, ansia e altre emozioni negative rappresentano la battaglia quotidiana di tanti milanesi, anche se spesso rinunciano a farsi aiutare da uno psicologo per via dei costi. Lo dice la nuova ricerca dell'Osservatorio sanità di UniSalute, che con la Nomisma ha interrogato i milanesi sulle questioni legate alla salute psicologica. Nell'anno appena trascorso, a Milano il 33% degli intervistati dichiara di aver faticato a mantenere il buon umore: uno su quattro (il 26%) dice di aver avuto molti alti e bassi e un altro 7% di essere stato prevalentemente giù di morale. Solo due su cinque affermano essere stati di buon umore la maggior parte del tempo (il 38%) o addirittura di umore eccellente (il 3%). Lo stress sembra essere lo stato d'animo negativo più diffuso, con il 36% dei milanesi interrogati che dice di sentirsi stressato "spesso" (il 30%), o addirittura "regolarmente, quasi ogni giorno" (il 6%). Altri sintomi comuni sono la sensazione di essere nervosi e tesi -percepita dal 31% dei milanesi- e uno stato di ansia eccessiva, che colpisce spesso o regolarmente il 25% del campione. Dal sondaggio emerge anche quali sono le cause di queste emozioni negative: lo stato di salute personale e dei propri cari risulta essere il principale motivo di preoccupazione (per il 27%), seguito dall'organizzazione familiare (per il 23%), dalla difficoltà a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro (per il 15%) e dalle incertezze legate alla propria situazione lavorativa (per il 13%). Per gestire i momenti difficili dal punto di vista emotivo e psicologico, le soluzioni "fai-da-te" -come i rimedi naturali o lo sport- sono le più utilizzate (24%), seguite dai consigli del farmacista (12%) e del medico di base (11%). Solo uno su dieci (10%) ha optato per il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, nonostante il 65% dei milanesi affermi che si rivolgerebbe a queste figure in caso di necessità, anche attraverso sedute da remoto e videoconsulti (il 22% preferirebbe questa modalità). UniSalute ha indagato le ragioni dietro a questo limitato ricorso a degli specialisti: molti intervistati pensano che il proprio caso non sia abbastanza serio (il 30%), o comunque preferiscono aspettare che il momento difficile passi da solo (il 28%).
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MILANESI STRESSATI, MA SOLO 1 SU 10 VA DALLO PSICOLOGO
Stress, ansia e altre emozioni negative rappresentano la battaglia quotidiana di tanti milanesi, anche se spesso rinunciano a farsi aiutare da uno psicologo per via dei costi. Lo dice la nuova ricerca dell'Osservatorio sanità di UniSalute, che con la Nomisma ha interrogato i milanesi sulle questioni legate alla salute psicologica. Nell'anno appena trascorso, a Milano il 33% degli intervistati dichiara di aver faticato a mantenere il buon umore: uno su quattro (il 26%) dice di aver avuto molti alti e bassi e un altro 7% di essere stato prevalentemente giù di morale. Solo due su cinque affermano essere stati di buon umore la maggior parte del tempo (il 38%) o addirittura di umore eccellente (il 3%). Lo stress sembra essere lo stato d'animo negativo più diffuso, con il 36% dei milanesi interrogati che dice di sentirsi stressato "spesso" (il 30%), o addirittura "regolarmente, quasi ogni giorno" (il 6%). Altri sintomi comuni sono la sensazione di essere nervosi e tesi -percepita dal 31% dei milanesi- e uno stato di ansia eccessiva, che colpisce spesso o regolarmente il 25% del campione. Dal sondaggio emerge anche quali sono le cause di queste emozioni negative: lo stato di salute personale e dei propri cari risulta essere il principale motivo di preoccupazione (per il 27%), seguito dall'organizzazione familiare (per il 23%), dalla difficoltà a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro (per il 15%) e dalle incertezze legate alla propria situazione lavorativa (per il 13%). Per gestire i momenti difficili dal punto di vista emotivo e psicologico, le soluzioni "fai-da-te" -come i rimedi naturali o lo sport- sono le più utilizzate (24%), seguite dai consigli del farmacista (12%) e del medico di base (11%). Solo uno su dieci (10%) ha optato per il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, nonostante il 65% dei milanesi affermi che si rivolgerebbe a queste figure in caso di necessità, anche attraverso sedute da remoto e videoconsulti (il 22% preferirebbe questa modalità). UniSalute ha indagato le ragioni dietro a questo limitato ricorso a degli specialisti: molti intervistati pensano che il proprio caso non sia abbastanza serio (il 30%), o comunque preferiscono aspettare che il momento difficile passi da solo (il 28%).
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Almeno 2 persone su dieci non sanno cosa sia il fuoco di Sant’Antonio e una su 2 dice di saperne poco. Eppure quasi 2 soggetti su 3 conoscono altri che ne hanno sofferto e il 12% l’ha addirittura avuto. L’eruzione cutanea dolorosa è il segno chiave per il 76% degli intervistati, per il 63% è anche pruriginosa. Il 38% parla genericamente di dolore ai nervi. Sulle età a rischio c’è confusione: il 41% colloca la comparsa del quadro soprattutto tra i 50 e i 70 anni, mentre il 40% pensa che lo Zoster possa insorgere ad ogni età. Il 7% pensa siano a rischio soprattutto gli over-70. Il vaccino viene considerato una valida modalità di prevenzione per il 62% degli intervistati, ma il 30% non ne conosce la disponibilità e per otto persone su cento il fuoco di sant’Antonio non è prevenibile. In ogni caso, con un’apparente dissonanza, il 76% degli intervistati pensa che vaccinarsi sia il modo migliore per prevenire il fuoco di Sant’Antonio. Sono alcune delle risposte alla ricerca online su 3500 adulti di età pari o superiore a 50 anni provenienti da 12 paesi, che ha valutato la comprensione degli intervistati sull’Herpes zoster, cosa può scatenarlo e il suo impatto sulla vita delle persone. Ciò che preoccupa è che nuovi dati suggeriscono che molti adulti a partire dai 50 anni fraintendono aspetti importanti della malattia, compreso il modo in cui può svilupparsi. GSK ha lanciato i risultati della nuova indagine, in occasione della Shingles Awareness Week, settimana internazionale di sensibilizzazione sull'Herpes zoster (26 febbraio 2024 - 3 marzo 2024), una campagna condotta in collaborazione con la Federazione Internazionale sull'Invecchiamento (IFA). L'obiettivo è di aumentare la consapevolezza e affrontare la mancanza di conoscenze sui rischi e sull'impatto dell'Herpes zoster.
MILANESI STRESSATI, MA SOLO 1 SU 10 VA DALLO PSICOLOGO
Stress, ansia e altre emozioni negative rappresentano la battaglia quotidiana di tanti milanesi, anche se spesso rinunciano a farsi aiutare da uno psicologo per via dei costi. Lo dice la nuova ricerca dell'Osservatorio sanità di UniSalute, che con la Nomisma ha interrogato i milanesi sulle questioni legate alla salute psicologica. Nell'anno appena trascorso, a Milano il 33% degli intervistati dichiara di aver faticato a mantenere il buon umore: uno su quattro (il 26%) dice di aver avuto molti alti e bassi e un altro 7% di essere stato prevalentemente giù di morale. Solo due su cinque affermano essere stati di buon umore la maggior parte del tempo (il 38%) o addirittura di umore eccellente (il 3%). Lo stress sembra essere lo stato d'animo negativo più diffuso, con il 36% dei milanesi interrogati che dice di sentirsi stressato "spesso" (il 30%), o addirittura "regolarmente, quasi ogni giorno" (il 6%). Altri sintomi comuni sono la sensazione di essere nervosi e tesi -percepita dal 31% dei milanesi- e uno stato di ansia eccessiva, che colpisce spesso o regolarmente il 25% del campione. Dal sondaggio emerge anche quali sono le cause di queste emozioni negative: lo stato di salute personale e dei propri cari risulta essere il principale motivo di preoccupazione (per il 27%), seguito dall'organizzazione familiare (per il 23%), dalla difficoltà a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro (per il 15%) e dalle incertezze legate alla propria situazione lavorativa (per il 13%). Per gestire i momenti difficili dal punto di vista emotivo e psicologico, le soluzioni "fai-da-te" -come i rimedi naturali o lo sport- sono le più utilizzate (24%), seguite dai consigli del farmacista (12%) e del medico di base (11%). Solo uno su dieci (10%) ha optato per il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta, nonostante il 65% dei milanesi affermi che si rivolgerebbe a queste figure in caso di necessità, anche attraverso sedute da remoto e videoconsulti (il 22% preferirebbe questa modalità). UniSalute ha indagato le ragioni dietro a questo limitato ricorso a degli specialisti: molti intervistati pensano che il proprio caso non sia abbastanza serio (il 30%), o comunque preferiscono aspettare che il momento difficile passi da solo (il 28%).
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