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×1 ROMA: ACCOLTELLATI NELLA NOTTE NOVE TIFOSI DELLA REAL SOCIEDAD. UNO GRAVE ANCORA IN PROGNOSI RISERVATA
Nove tifosi della Real Sociedad sono rimasti feriti mercoledì sera dagli ultras della Lazio, che hanno aggredito un gruppo di tifosi baschi a Roma, alla vigilia della partita di Europa League che si giocherà stasera, giovedì, allo Stadio Olimpico. 6 persone sono state portate in ospedale, mentre 3 feriti non hanno voluto ricevere cure mediche. Restano ricoverati due feriti, uno con prognosi riservata, con polmone perforato da una coltellata, e un altro con prognosi di guarigione di 30 giorni, anche se la sua vita non è in pericolo. Il resto dei ricoverati è stato dimesso nelle ultime ore. Secondo la versione diffusa dalla stampa circa 80 persone, incappucciate e vestite di nero, avrebbero assalito il centralissimo pub Finnegan, a pochi passi dal Colosseo, dove si trovavano circa 70 tifosi della Real Societad. La Polizia italiana ha sequestrato vari materiali come coltelli, bastoni, mazze, catene e altri utensili che potrebbero essere utilizzati come armi. Aperta un’indagine per individuare i possibili autori degli incidenti. Nelle immagini diffuse sui social si vedono sedie rotte, tracce di sangue, adesivi della RS ma pure graffiti antifascisti (“RSF Firm”, “Antifa hooligans”). Tutto lascia pensare che dietro l’aggressione possa esserci, più che una dinamica di scontri, una vera e propria caccia all’uomo dove i gruppi di estrema destra (storicamente radicati tra gli ultras laziali) sianoandati a cercare e ad attaccare i tifosi antifascisti della Real Sociedad. Su Radio Onda d’Urto l’intervista a Valerio Moggia, curatore del blog “Pallonate in Faccia” Ascolta o scarica…
Continua a far discutere la liberazione di Almasri , il comandante e torturatore libico arrestato a Torino e subito rilasciato e rimpatriato, con aereo di Stato, nonostante fosse ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini di guerra. Le opposizioni parlano di un fatto di “gravità inaudita” e chiedono a Meloni di riferire in Parlamento. A farlo sarà Piantedosi, ma solo la prossima settimana. La Cpi, intanto, ha chiesto “spiegazioni” alle autorità italiane. Dietro la vicenda politica che vede al centro il generale Almasri ci sono però tantissime persone che quelle violenze e quelle torture, perpetrate da Almasri e dai suoi miliziani nei centri di detenzione libica, le hanno vissute sulla propria pelle, spesso lasciandoci la vita. Persone, come Lam, sudsudanese trentenne attualmente ospite dell’Associazione Baobab Experience di Roma che erano pronte a testimoniare contro il torturatore libico e che vedevano quindi, nel suo arresto, una speranza di giustizia. “Non è durata neanche un giorno la speranza di ottenere giustizia delle vittime di Osama Najim ‘Al Masri’ Habish – ha tuonato Baobab Experience sulle proprie pagine social – Il torturatore libico, scarcerato per un cavillo giuridico, è stato di fretta messo su un aereo dei Servizi italiani e riaccompagnato in L ibia dove i componenti e i sostenitori della milizia Rada lo accolgono in festa. Se fosse servita un’ulteriore prova della complicità del governo attuale e di quelli passati con il traffico di esseri umani e la criminalità organizzata, l’abbiamo avuta. Assieme all’arroganza dell’impunità del potere e di una democrazia in piena crisi”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il racconto e l’analisi di Andrea dell’associazione Baobab Experience di Roma Ascolta o scarica…
Da martedì 21 gennaio continua l’operazione israeliana “Muro di ferro” nel campo profughi di Jenin che ha causato l’uccisione di almeno 13 palesinesi e ne ha feriti 40. Sono inoltre decine le case, i negozi e le auto date alle fiamme da esercito e coloni, dove centinaia di persone sono obbligate dall’esercito occupante a lasciare il campo profughi. Almeno 600 le persone che hanno abbandonato le loro case, mentre i bulldozer israeliani hanno distrutto altre strade dentro la città e nel perimetro già devastato. Secondo l’UNRWA “Jenin è quasi inabitabile” . Annunciato anche un coprifuoco totale del governatorato fino a lunedì 27 gennaio. Tutte le città della West Bank sono isolate tra loro da 900 check point che rendono impossibile la vita quotidiana dei palestinesi. Non solo attacchi militari e sfollamenti, ma anche arresti arbitrari. Tra ieri sera e questa mattina sarebbero 22 le persone arrestate nei governatorati di Hebron, Nablus, Tulkarem, Ramallah e Gerusalemme. Anche alcuni parenti dei martiri delle Brigate Jenin sono stati arrestati dai militari d’Israele e pare che anche la polizia dell’ Autorità Nazionale Palestinese (ANP) si stia impegnando in una campagna di detenzioni. Alcuni medici dell’ospedale Al-Razi hanno denunciato che agenti dell’ANP hanno fatto irruzione nelle corsie dell’ospedale ed arrestato due giovani feriti, ricercati dall’esercito israeliano. Intanto a Gaza le squadre di soccorso hanno recuperato oggi i corpi di 9 palestinesi ad est di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale. Il numero di cadaveri recuperati dall’inizio del cessate il fuoco è salito a 162 corpi. Le squadre della protezione civile e i residenti continuano a cercare i corpi dei palestinesi ancora sepolti sotto le macerie , ostacolati dalla mancanza di macchinari e attrezzature pesanti. Le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze e alle squadre di soccorso di raggiungere alcune zone per soccorrere i feriti e recuperare i morti, soprattutto nelle regioni orientali e meridionali, vicino l’area del confine egiziano. 3.200 sono i camion di aiuti entrati a Gaza durante i primi 4 giorni di cessate il fuoco, che viene comunque regolarmente violato da Israele : si segnalano pesanti attacchi da parte dei carri armati israeliani nei pressi del valico di Karem Abu Salem, noto come Kerem Shalom, a est della città di Rafah, uno dei passaggi chiave per l’ingresso di aiuti umanitari. Dall’inizio del cessate il fuoco, il 19 gennaio, sono stati segnalati diversi episodi di violazioni da parte di Tel Aviv nell’enclave costiera. Martedì gli spari israeliani hanno ferito anche un pescatore al largo della costa di Gaza City, mentre un drone israeliano ha ferito un altro civile all’interno della città. L’intervista di Radio Onda d’Urto a Romana Rubeo, caporedattrice di Palestine Chronicle , impegnato dal 1999 a diffondere la voce della Palestina. Ascolta o scarica…
E’ stata presentata da Greenpeace la prima mappa della contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane . Degli oltre 260 campioni analizzati in 235 comuni italiani è risultato che il 79% di essi risulta inquinato da Pfas , gruppo di sostanze chimiche artificiali e cancerogene, usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo sino dagli anni ’50. Sono “ inquinanti eterni “, resistenti alla decomposizione e che si accumulano in maniera persistente negli esseri umani e nell’ambiente. “Chiediamo un’acqua potabile pulita e non contaminata! “, denuncia GreenPeace che sottolinea come, pur essendo stato analizzato un numero di campioni differente, sono almeno 3, in ogni Regione, i campioni risultati contaminati da Pfas, eccezion fatta per la Valle d’Aosta dove i campioni contaminati erano 2 su un totale di 2 quelli analizzati. Le peggiori il Veneto , la Valle d’Aosta , la Liguria e il Trentino Alto Adige . Le aree in cui la contaminazione da Pfas è più grave risultano essere anche quelle dove è maggiore l’industrializzazione. A Brescia osservato speciale è Palazzolo sull’Oglio , che risulta essere al terzo posto della classifica dei primi 10 Comuni per valori massimi di Pfas. Nel comune bresciano il valore superava i 25 nanogrammi per litro. Le città con le concentrazioni più elevate sono risultate Arezzo , Milano (Via Padova) e Perugia . Il 7 febbraio GreenPeace annuncia una mobilitazione quando, al tribunale di Vicenza, ci sarà una delle fasi del “ processo ambientale più grande della storia italiana sia per la popolazione impattata sia per il numero di parte civili coinvolte, che riguarda proprio la contaminazione da Pfas”, fa sapere l’organizzazione ambientalista. Radio Onda d’Urto ha intervistato il curatore del report, Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di GreenPeace Italia. Ascolta o scarica. Qui il report di GreenPeace .…
Un primo “insufficiente” segnale di intervento , coordinato da parte di Prefettura, Comune ed Esercito, è arrivato nella giornata di mercoledì 22 gennaio dopo settimane di proteste e segnalazioni della CGIL di Torino: installati bagni chimici e una tensostruttura per offrire riparo e condizioni “decorose” alle persone davanti alla questura di viale Verona in attesa dell’appuntamento per la richiesta dei documenti. Uomini, donne e bambini, come succede praticamente in tutta Italia, costretti ad attendere giorno e notte, dormendo in tende e materassi di fortuna, davanti all’ufficio immigrazione che deve fissare l’appuntamento per la richiesta dei documenti. Come dichiarato ai nostri microfoni da Federico Bellono, segretario della CGIL Torino, “il personale e le risorse sono insufficienti, inoltre manca la volontà politica” per risolvere una questione che si trascina da anni . Lavoratori e lavoratrici perdono di conseguenza intere giornate aspettando l’appuntamento per inoltrare la domanda di documenti. “A Torino vengono trattate circa un centinaio di domande al giorno, ma le persone in attesa sono il quadruplo”: inevitabilmente in molti si ritrovano così con i documenti scaduti. Il sindacato si ritroverà il prossimo 29 gennaio al Tavolo della Prefettura, che ha convocato il Comitato Territoriale per l’immigrazione. Ci riporta la situazione dal capoluogo del Piemonte Federico Bellono, segretario della CGIL di Torino. Ascolta o scarica A Milano la situazione non è dissimile “Per snellire il sistema di ottenimento dei documenti, le procedure dovrebbero essere svolte dai comuni e non più dalle questure. Sarebbe in ogni caso necessario aumentare le risorse e il personale”, come dichiarato ai microfoni di Radio Onda d’Urto da Riccardo Tromba, volontario e presidente dell’associazione Naga di Milano. Naga è un’organizzazione di volontariato che fornisce assistenza sanitaria, sociale, legale alle persone migranti, in particolare a quelle prive di documenti, a persone richiedenti asilo, rifugiate e vittime di tortura. Ascolta o scarica…
1 MILANO: QUALE IMPATTO AVRÀ IL TRUMPISMO SULLE POLITICHE INDUSTRIALI E SINDACALI STATUNITENSI? SABATO 25 GENNAIO L’INCONTRO SUL TEMA DELLA CUB MILANO
Si intitola “ Stati Uniti: rilancio della politica industriale, rinascita delle Unions, affermazione del trumpismo ” ed è l’incontro che Cub Milano ha organizzato per sabato 25 gennaio presso la propria sede di viale Lombardia 20. Un vero e proprio focus sugli Stati Uniti, e sugli impatti che la nuova amministrazione Trump avrà sulle politiche industriali e sindacali statunitensi, che verrà animato da Andrew Spannaus , giornalista e autore di Rivincita: l’enigma americano spiegato agli europei e Roberto Artoni , professore emerito di Scienza delle finanze presso l’Università Bocconi. Un approfondimento che prova quindi a delineare il profilo degli “Stati Uniti di domani”, a partire dalle dinamiche politiche, socio-economiche e sindacali in corso ormai da anni negli States e alla luce della stretta attualità che vede, anche oggi, Donald Trump minacciare dazi per Cina, Russia ed Europa e, in generale, rilanciare l’agenda politica già tratteggiata con la prima raffica di ordini esecutivi firmati. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Mattia Scolari della Cub Milano con cui, oltre a presentare l’iniziativa, abbiamo approfondito alcune questioni legate al sindacalismo statunitense. Ascolta o scarica…
Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal 1999. La maggior parte di questi 26 anni Ocalan è stato in completo isolamento, non solo nella cella ma anche come unico prigioniero nel carcere isola di Imrali. Cosa significa la ripresa della possibilità di avere degli incontri per Ocalan, e che conseguenze potrebbe avere per il futuro della Turchia e del Medio Oriente? Ai microfoni di Radio Onda d’Urto le riflessioni di Vincenzo Miliucci, compagno della Rete Kurdistan Italia Ascolta o scarica…
1 BRESCIA: LA LOTTA DELLE CASE POPOLARI PORTA RISULTATI, IN VIA CARPACCIO INIZIANO LAVORI DI MANUTENZIONE ATTESI DA ANNI
Nel condominio dove è cominciata la protesta degli inquilini e inquiline delle case popolari per migliori condizioni abitative arrivano risultati attesi da anni. In via Carpaccio 27, nel quartiere San Polo di Brescia, lunedì sono iniziati alcuni lavori di manutenzione: sostituita l’ antenna guasta, in tutti gli appartamenti ora si vede la televisione; messi in sicurezza i fili elettrici scoperti nel garage; sistemate le elettrovalvole per il riscaldamento; sostituite luci e interruttori non funzionanti. Dunque quando si lotta con convinzione, si può vincere. Ora gli abitanti del palazzo attendono gli interventi strutturali sul tetto e sulle infiltrazioni di acqua, nel frattempo hanno deciso di dare fiducia e di cominciare dal prossimo 1 febbraio a pagare la prima rata delle spese arretrate come spiega ai microfoni di Radio Onda d’Urto Cinzia Comelli, portavoce del condominio popolare di via Carpaccio, 27. Ascolta o scarica…
Sono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo , il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie (in foto) e in condizioni degradanti decine di persone in attesa di rimpatrio. Negli ultimi dieci giorni, di fatto ogni notte, si verificano tensioni, proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a denunciare le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul loro destino. Nelle ultime ore sono iniziati anche gli arresti e le deportazioni punitive , come a Macomer, in Sardegna, che al pari di Gradisca e via Corelli a Milano ha in comune la gestione, quella della cooperativa sociale Ekene . Ne parla ai microfoni di Radio Onda d’Urto Teresa Florio, della rete Mai Più Lager – No Cpr. Ascolta o scarica.…
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